giovedì 30 dicembre 2010

Times Square 1980

 

A Times Square a New York, il 31 dicembre 1979, accolsero così il primo degli anni con l’8 davanti, quelli che sono protagonisti di questo blog:

Buon anno a tutti i lettori del “Cubo di Rubik”!

Daniele

giovedì 23 dicembre 2010

Tre spot natalizi

 

Tre spot natalizi: il classico della Coca Cola, il panettone Galbusera del 1981 e quello Motta del 1982.

Buon Natale.

venerdì 10 dicembre 2010

The final countdown

 

L’amico lettore Roberto nel commento all’ultimo post su “Flash in the night” dei Secret Service, che poi si è allargato a discorsi su altri gruppi nordici, scrive: «“The Final countdown" fu epocale, anche se tacciato di essere troppo commerciale. L'intro con le tastiere ancora oggi farebbe venire giù interi stadi». Vero. In pratica questo post l’ha già scritto lui.

Si parla di “The final countdown” degli Europe, uno dei brani simbolo degli anni ‘80, per settimane in testa all’hit parade italiana nel 1986 e nel 1987 e seconda hit nella classifica finale del 1987 dietro a “La Bamba” dei Los Lobos.  Un pezzo a metà tra il glam metal e il rock duro con venature pop. Prendeva: e infatti, oltre che da noi raggiunse la prima posizione nelle hit parade in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Svezia, Irlanda e Svizzera e l’ottava tra i primi 100 di Billboard.

Il brano, inserito nell’omonimo album, uscì il 14 febbraio 1986, ed è un lavoro a più mani: Joey Tempest ci mise la melodia, che aveva scritto quattro anni prima per una discoteca di Stoccolma; John Norum ci applicò il famosissimo assolo di chitarra. Il testo di Tempest è dichiaratamente ispirato a “Space Oddity” di David Bowie e parla dell’abbandono del pianeta in seguito ad una guerra nucleare.

THE FINAL COUNTDOWN

We're leaving together
But still it's farewell
And maybe we'll come back,
To earth, who can tell?
I guess there's no one to blame
We're leaving ground
Will things ever be the same again?
It's the Final Countdown...
We're heading for Venus and still we stand tall
Cause maybe they've seen us and welcome us all
With so man light years to go and things to be found
I'sure that we'll all miss her so
It's the Final Countdown...

IL CONTO ALLA ROVESCIA FINALE

Stiamo partendo insieme
ma non è ancora l’addio
e forse torneremo
sulla Terra, chi può dirlo?
Penso che non si possa incolpare nessuno
stiamo lasciando la casa
le cose saranno mai come prima?
E' il conto alla rovescia finale
il conto alla rovescia finale
Facciamo rotta su Venere
e ancora stiamo in piedi
perché forse ci hanno visto
e ci hanno dato il benvenuto
con così tanti anni luce da percorrere
e cose da trovare
sono sicuro che ci mancherà molto
È il conto alla rovescia finale
il conto alla rovescia finale…

Dell’album parleremo ancora, almeno per “Carrie”, altro pezzo interessante.

venerdì 3 dicembre 2010

Flash in the night

 

Nel 1981 comparve un brano che è poi la classica single-hit di un gruppo, in questo caso gli svedesi Secret Service. È un pezzo synth-pop che ebbe un buon successo soprattutto nell’estate successiva. Arrivò al primo posto in Portogallo, al quinto in Finlandia, al decimo in Svezia, ma con la conquista del disco d’oro, e in Italia, al dodicesimo in Danimarca. È “Flash in the night” e mi ricorda un’estate indimenticabile, quella del Mundial spagnolo vinto dalla nostra nazionale, ma anche dei miei 18 anni. Ogni volta che la ascolto scatena emozioni a non finire…

 

FLASH IN THE NIGHT

As a break of dawn came closer
All my hopes seemed so forlorn.
The misty signs of laughter
And the light eluded all.
My despair was caught in motion
A face just barely true -
Shadows in blue.
A flash in the night . . .
In the changing of the season
Releasing one lost name.
The scar once healed forever
Dissolving in the rain.
A twig snapped in the clearing
A glimpse of golden skin
My face within
My despair was caught in motion.
A face just barely true -
Shadows in blue.
A flash in the night . . .

 

Traduzione:

Mentre l'irrompere dell'alba si avvicinava
Tutte le mie speranze sembravano vane.
Gli indistinti segni di risata
E la luce eludevano tutto.
La mia disperazione era catturata in movimento
Un volto minimamente vero -
Ombre nel blu.
Un lampo nella notte...
Al cambio della stagione
Liberando un nome perduto.
La cicatrice un tempo guarita per sempre
Si sta dissolvendo nella pioggia.
Un ramoscello spezzato nella radura
Uno scorcio di pelle dorata
La mia faccia all'interno
La mia disperazione era catturata in movimento
Un volto minimamente vero -
Ombre nel blu.
Un lampo nella notte...

lunedì 22 novembre 2010

Windows 1.0

 

Che ve ne pare di questo sistema operativo qua sotto? Superato? Vecchiotto. Nel 1986 questa schermata era il non plus ultra: si tratta della versione 1.0 dell’ora diffusissimo Windows. Uscì infatti il 20 novembre del 1985.

Il logo di Windows allora era più sobrio di quello attuale, più minimalista e meno colorato delle finestre di Windows 95 e 98, di XP, di Vista e di 7:

I requisiti di sistema per Windows 1.0 erano MS-DOS 2.0, 256 KB RAM, dischetto a doppia faccia o hard disk. Tra i programmi c’erano la Calcolatrice, il Calendario, lo Schedario, il Clipboard Viewer, l’orologio, il Pannello di controllo, Paint, il Blocco note, Reversi, Terminale e Write, oltre alla Prompt dei comandi. Le finestre non erano sovrapponibili, ma affiancabili. Una rivoluzione, comunque, per quei tempi. Fu abbandonato nel novembre 1987, con l’uscita della versione 2.0, ma i programmi scritti per 1.0 possono ancora oggi essere letti da XP.

Seppur 25 anni più giovane, non farete fatica a riconoscere il signore ritratto nella foto sotto con il suo Windows 1.0. Un piccolo suggerimento: non è Steve Jobs, ecco, l’altro…

lunedì 8 novembre 2010

Spot del Caffè Paulista

 

Uno spot della compianta coppia Vianello-Mondaini: era il 1981, nel periodo d’oro della coppia. È il caffè Paulista, abbandonati i pupazzi Carmencita e Caballero degli anni ‘60 e ‘70, a chiamarli come testimonial. Vianello e Mondaini rifanno in versione “moschettiere” la celebre sigla di “Noi no” del 1977, che vedeva Raimondo impegnato come Tarzan a salvare con maldestra goffaggine la povera Sandra. “Prendilo caldo e non lo lasci più”. Notare la lunghezza dello spot, ben un minuto!

 

mercoledì 20 ottobre 2010

Your eyes

In uno dei commenti all’ultimo post, quello su “Reality”, avevo parlato di “Your eyes”, la canzone portante del sequel di “Il tempo delle mele”, uscito nel 1982. Gli interpreti sono i Cook Da Books, gruppo new wave britannico di cui è divenuto celebre solo questo pezzo, peraltro neppure incluso nel loro unico album, “Outch”, dell’anno successivo. Ecco la canzone da ballo lento, arrivata al numero 1 in Francia e a Hong Kong:

Cook Da Books, “Your eyes”, 1982

.

YOUR EYES

Your eyes
Opened wide as I looked your way
Couldn't hide what they meant to say
Feeling lost in a crowded room
It's too soon for a new love
When you smile your eyes show your heart
Lost inside a suit torn apart
Feeling alone with people around
True love is so hard to find now
You think you're so misunderstood
I'd explain if only I could
Something tells me this time it's real
The way that I feel
Your eyes like the blue in the summer skies
Caught my gaze as I looked across
Feeling lost in a magic maze
It's too soon for a new love
You can't hide that look in your eyes
Open wide you seem so surprised
Searching around for somebody new
True love is hard to find now
When you smile your eyes show your heart
I feel mine is falling apart
Don't you see the way that I feel
My loving is real

When you're lost your eyes show you how
I should like to know I'm a part
When your eyes shine I'll know you're mine
For all of the time

TRADUZIONE

I tuoi occhi spalancati
da quando ti ho guardata non possono nascondere
quello che vorrebbero dire
Sentirsi persi in una stanza affollata
È troppo presto per un nuovo amore
Quando sorridi
I tuoi occhi mostrano il tuo cuore
Persa dentro un vestito vecchio e strappato
Sentirsi soli con gente attorno
Il vero amore è difficile da trovarsi ora
Pensi di essere incompresa
Se solo potessi spiegare
qualcosa mi dice che questo momento è vero
Il modo in cui mi sento
I tuoi occhi
Come il blu del cielo d’estate
hanno rubato il mio sguardo da quando li ho guardati
Sentirsi persi in un labirinto magico
È troppo presto per un nuovo amore
Non posso nascondere che guardare nei tuoi occhi
spalancati sembri cosi sorpresa
Cercando in giro qualcuno di nuovo
Il vero amore è difficile da trovare ora
Quando sorridi
I tuoi occhi mostrano il tuo cuore
Sento il mio andare a pezzi
non vedi come mi sento
Il mio amore è vero
I tuoi occhi spalancati
da quando ti ho guardata non possono nascondere
quello che vorrebbero dire
Sentirsi persi in una stanza affollata

È troppo presto per un nuovo amore
Quando sorridi
I tuoi occhi mostrano il tuo cuore
Persa dentro un completo vecchio e strappato
Sentirsi soli con gente attorno
Il vero amore è difficile da trovarsi ora
Pensi di essere incompresa
Se solo potessi spiegare
qualcosa mi dice che questo momento è vero
Il modo in cui mi sento
Quando sei persa
I tuoi occhi mostrano il tuo cuore
dovrei sapere che sono messo da parte
Quando i tuoi occhi brillano
Saprò che tu sarai mia per sempre

lunedì 11 ottobre 2010

Reality

Una delle canzoni simbolo degli Anni ‘80 è l’overdose di dolcezza di “Reality”, praticamente l’unico successo di Richard Sanderson, inserita nella colonna sonora del film francese “Il tempo delle mele”, grandissima hit del 1981. Nel film Mathieu, il ragazzo amato da Vic, la protagonista impersonata da Sophie Marceau, gliela fa ascoltare mentre impazza una festa usando uno degli oggetti simbolo del decennio, il Walkman. Mathieu porge la cuffia a Vic e parte questa musica, che scatenerà la dolce reazione della ragazza:

 

Questo è invece il video realizzato dalla casa discografica di Richard Sanderson, arrivato al 1° posto in Austria e Svizzera e al quarto in Italia.

 

REALITY

Met you by surprise, I didn't realize
That my life would change forever
Saw you standing there, I didn't know I cared
There was something special in the air.
Dreams are my reality
The only real kind of real fantasy
Illusions are a common thing
I try to live in dreams
It seems as if it's meant to be.
Dreams are my reality
A different kind of reality
I dream of loving in the night
And loving seems alright
Although it's only fantasy.
If you do exist, honey don't resist
Show me a new way of loving
Tell me that it's true
Show me what to do
I feel something special about you.
Dreams are my reality
The only kind of reality
Maybe my foolishness has past
And maybe now at last
I'll see how a real thing can be.
Dreams are my reality
A wonderous world where I like to be
I dream of holding you all night
And holding you seems right
Perhaps that's my reality.
Met you by surprise, I didn't realize
That my life would change forever
Tell me that it's true
Feelings that are cue
I feel something special about you.
Dreams are my reality
A wonderous world where I like to be
Illusions are a common thing
I try to live in dreams
Although it's only fantasy.
Dreams are my reality
I like to dream of you close to me
I dream of loving in the night
And loving you seems right
Perhaps that's my reality.

TRADUZIONE:

REALTÀ

Ti ho incontrata inaspettatamente
non ho realizzato
che la mia vita sarebbe cambiata per sempre
Ti ho vista li,
non sapevo mi importasse
c'era qualcosa di speciale nell'aria
I sogni sono la mia realtà
l'unico genere di fantasia reale
Le illusioni sono una cosa comune
io cerco di vivere nei sogni
Sembra come se dovesse essere cosi
i sogni sono la mia realtà
un diverso tipo di realtà
di notte sogno di amare
e l’amore sembra giusto
sebbene sia solo fantasia
Se tu esisti,
dolcezza non resistere
mostrami un nuovo modo di amare
Dimmi che è vero
mostrami cosa fare
sento qualcosa di speciale per te
I sogni solo la realtà
l'unico tipo di realtà
forse la mia follia è passata
e forse ora finalmente
vedrò come può essere una cosa vera
I sogni sono la mia realtà
un mondo meraviglioso dove mi piace stare
sogno di stringerti per tutta la notte
e tenerti sembra giusto
forse è la mia realtà
Ti ho incontrata inaspettatamente
non ho realizzato
che la mia vita sarebbe cambiata per sempre
Dimmi che è vero,
sentimenti che sono un segnale
Sento qualcosa di speciale per te
I sogni sono la mia realtà
un mondo meraviglioso dove mi piace stare
Le illusioni sono una cosa comune
io cerco di vivere nei sogni
I sogni sono la mia realtà
mi piace sognarti vicina a me
Sogno di amare nella notte
e amarti sembra giusto
Forse questa è la mia realtà

giovedì 30 settembre 2010

Smalltown boy

È un brano simbolo degli Anni ‘80 “Smalltown boy” dei Bronski Beat. Uscì nel giugno del 1984 e fu il singolo di debutto di questo trio synthpop britannico dichiaratamente gay. Il video, che rappresentava il testo della canzone – un inno contro l’omofobia -  andava a palla sulle televisioni musicali e fu il preludio a un album, uscito a dicembre, “The age of consent”. “Smalltown boy” raggiunse il primo posto in Italia e in Olanda, il secondo in Svizzera, il terzo nel Regno Unito, il quarto in Irlanda, il nono in Canada e solo il 48° negli Stati Uniti.

SMALLTOWN BOY

You leave in the morning
With everything you own
In a little black case
Alone on a platform
The wind and the rain
On a sad and lonely face
Mother will never understand
Why you had to leave
But the answers you seek
Will never be found at home
The love that you need
Will never be found at home
Run away, turn away, run away, turn away, run away.
Run away, turn away, run away, turn away, run away.
Pushed around and kicked around
Always a lonely boy
You were the one
That they'd talk about around town
As they put you down
And as hard as they would try
They'd hurt to make you cry
But you never cried to them
Just to your soul
No you never cried to them
Just to your soul
Run away, turn away, run away, turn away, run away.
Run away, turn away, run away, turn away, run away.
Cry , boy, cry...
You leave in the morning
With everything you own
In a little black case
Alone on a platform
The wind and the rain
On a sad and lonely face
Run away, turn away, run away, turn away, run away.
Run away, turn away, run away, turn away, run away.

 

TRADUZIONE

Parti la mattina
Con tutto ciò che possiedi
In una piccola valigia nera
Da solo su una banchina
Il vento e la pioggia
Su una faccia triste e solitaria
Tua madre non capirà mai
Perché sei dovuto partire
Ma le risposte che cerchi
non saranno mai trovate a casa
l’amore di cui hai bisogno
non sarà mai trovato a casa
vattene scappa vattene scappa vattene
vattene scappa vattene scappa vattene
spinto e preso a calci da tutte le parti
sempre un ragazzo solitario
eri quello
di cui sparlavano in città
mentre ti reprimevano
e cosi duramente come provavano
ti facevano male per farti piangere
ma tu non piangevi mai per loro
solo per la tua anima
tu non piangevi mai per loro
solo per la tua anima
vattene scappa vattene scappa vattene
vattene scappa vattene scappa vattene
piangi ragazzo piangi
Parti la mattina
Con tutto ciò che possiedi
In una piccola valigia nera
Da solo sulla banchina
Il vento e la pioggia
Su una faccia triste e solitaria
vattene scappa vattene scappa vattene
vattene scappa vattene scappa vattene

mercoledì 22 settembre 2010

Sandra Mondaini

Sandra Mondaini è scomparsa ieri, appena cinque mesi dopo la morte dell’adorato marito Raimondo Vianello: non ha resistito senza di lui. “Ha cominciato a morire quel giorno” come ha detto Pippo Baudo.

Anche nel corso degli Anni ‘80 lavorò naturalmente con lui: “Attenti a noi due” e “Attenti a noi due 2” rinnovarono i grandi varietà della coppia nel 1982 e nel 1983, dopo il passaggio alla Fininvest di Silvio Berlusconi (ora Mediaset). Proposero anche “Sandra e Raimondo Show”, nel 1987, loro ultimo grande varietà. Vianello passò ai quiz e lei lo seguì come ospite a “Zig zag” tra il 1984 e il 1986 e poi al “Gioco dei 9" dal 1988 al 1991.



Gli Anni ‘80 sono però per Sandra Mondaini il periodo di Sbirulino, il pagliaccio inventato a “Noi no” nel 1977 e lanciato in grande stile per la gioia dei più piccini da “Io e la Befana”, il programma abbinato alla Lotteria Italia 1981, e dalla sua appendice “Fantastico Bis”. Sandra replicava il successo di Scaramacai, il clown di Pinuccia Nava degli Anni ‘60, e probabilmente riversava in Sbirulino il suo istinto materno frustrato dalla mancanza di figli. Nel 1982 uscì anche un film, “Sbirulino”, per la regia di Flavio Mogherini, con sceneggiatura di Sandro Continenza e dello stesso Raimondo Vianello.

Ciao, Sandra… salutaci Raimondo…

giovedì 16 settembre 2010

Anima fragile

Vasco Rossi non è uno dei miei cantanti preferiti. Però ci sono pezzi che restano nella storia e che apprezzo notevolmente. Uno di questi è “Anima fragile”, inserito nell’album “Colpa d’Alfredo” del 1980. Un brano interamente suonato al pianoforte, struggente nella sua dolce lentezza che poi si eleva su toni più rock e più gridati.



ANIMA FRAGILE

(Vasco Rossi)

E tu
chissà dove sei
anima fragile
che mi ascoltavi immobile
ma senza ridere.
E ora tu chissà
chissà dove sei
avrai trovato amore
o come me, cerchi soltanto di avventure
perché non vuoi più piangere.
E la vita continua
anche senza di noi
che siamo lontano ormai
da tutte quelle situazioni che ci univano
da tutte quelle piccole emozioni che bastavano
da tutte quelle situazioni che non tornano mai!
Perché col tempo cambia tutto lo sai
cambiamo anche noi…
e cambiamo anche noi…
e cambiamo anche noi…
e cambiamo anche noi…


martedì 14 settembre 2010

Premi Nobel 1980

Scorrendo l’elenco dei premi Nobel di tanti anni fa si può comprendere l’importanza del lavoro dei premiati. Studi che allora risultavano oscuri, sono oggi all’ordine del giorno. Cominciamo allora a leggere la lista dei laureati nel decennio. Naturalmente, partiamo dal 1980.

PREMI NOBEL 1980

CHIMICA:

Paul Berg (USA)
Walter Gilbert (USA)
Frederick Sanger (Regno Unito)

Berg "per i suoi studi fondamentali della biochimica degli acidi nucleici, con particolare riguardo al DNA ricombinatorio”; Gilbert e Sanger, al suo secondo Nobel dopo quello del 1958, “per i contributi concernenti la determinazione delle sequenze di base negli acidi nucleici”. In pratica, sono i primi passi per la mappatura del genoma.

 

FISICA:

James Watson Cronin (USA)
Val Logsdon Fitch (USA)

”Per la scoperta delle violazioni dei principi fondamentali di simmetria e il decadimento dei mesoni K-neutro” (simmetria CP).

 

MEDICINA:

Baruj Benacerraf (Venezuela)
Jean Dausset (Francia)
George D. Snell (USA)

“Per le loro scoperte riguardanti strutture geneticamente determinate sulla superficie della cellula che regola le reazioni immunologiche”.

 

LETTERATURA:

Czeslaw Milosz (Polonia)

“A chi, con voce lungimirante e senza compromessi, ha esposto la condizione dell'uomo in un mondo di duri conflitti”.

 

ECONOMIA:

Lawrence R. Klein (USA)

“Per la creazione di modelli econometrici e per l'applicazione di essi all'analisi delle fluttuazioni economiche e delle politiche economiche”.

 

PACE:

Adolfo Pérez Esquivel (Argentina)

“Per le denunce contro gli abusi della dittatura militare argentina negli anni Settanta”.

 

mercoledì 8 settembre 2010

Bagdad Café

Jasmin, una turista tedesca in vacanza negli Stati Uniti, dopo una lite in auto, viene lasciata dal marito nel bel mezzo del deserto del Mojave, sulla celebre Route 66. Lei trova rifugio nel Bagdad Café, un motel gestito da Brenda, anche lei appena abbandonata dal marito. Dopo una gelida accoglienza, le due donne entrano in sintonia e Jasmin comincia a cambiare il locale e la gente pittoresca che lo frequenta.

È la trama di “Bagdad Café”, titolo originale “Out of Rosenheim”, film tedesco del 1987 che ebbe un notevole successo in Europa ottenendo premi in Francia e Germania e arrivando anche in America, miglior film al Festival di Seattle.

 

Jasmin è interpretata dalla corpulenta attrice tedesca Marianne Sägebrecht, Brenda dalla caratterista americana CCH Pounder, vista protagonista in molte serie TV americane (ER, The Shield, Warehouse 13, Hill street giorno e notte). Ruoli di rilievo anche per il cowboy Jack Palance e l’attrice austriaca Christine Kaufmann, ex moglie di Tony Curtis.

Nella colonna sonora spicca il brano “Calling you” di Jevetta Steel, usato per i titoli di testa:

 

giovedì 2 settembre 2010

O così o Pomì

Ci sono casi in cui uno slogan pubblicitario diventa tanto popolare da trasformarsi in modo di dire: ancora oggi, venticinque anni dopo, capita di sentir dire “O così o Pomì” per significare che una cosa ha un solo modo di essere fatta. La fortunata frase è stata ideata nel 1984 dall’agenzia Pirella Gottsche – e in particolare dell’account, come spiega lo stesso Emanuele Pirella – per il lancio della passata della Parmalat. Il facile gioco di parola con la rima ha decretato il successo. Lo spot televisivo era in verità quanto di più piatto e banale si potesse inventare: il merito è dunque tutto dello slogan…

 

 

IL LINK: Pomì

mercoledì 1 settembre 2010

Laurent Fignon

Un cancro all’apparato digerente si è portato via ieri a 50 anni Laurent Fignon, uno dei simboli del ciclismo degli Anni ‘80, con il connazionale Bernard Hinault, gli italiani Moser e Saronni, l’americano LeMond e l’irlandese Roche. Fignon, il “Professore”, il corridore che montava in sella con gli occhialini da intellettuale e che leggeva libri impegnati nelle lunghe serate dei ritiri, aveva lunghi capelli biondi e una precoce calvizie che gli dava ancora di più l’aria da insegnante. Colto e intelligente, veniva da Parigi, da Montmartre precisamente, ed era una novità nel ciclismo abituato a corridori sanguigni.

Piaceva perché correva sempre all’attacco e con la sua tattica riuscì a conquistare due Tour de France, nel 1983 e nel 1984, il Giro d’Italia del 1989, due Milano-Sanremo e una Freccia Vallona. Un lungo stop dovuto a guai a un tendine e a voci di doping lo bloccò nel 1985. Nella sua carriera ci sono anche tre clamorose sconfitte: perse il Giro del 1984 nella cronometro finale di Verona quando Francesco Moser gli rimontò oltre due minuti; non la prese bene: accusò gli organizzatori di averlo disturbato con l’elicottero della RAI e di avere favorito l’italiano eliminando per la neve il tappone dello Stelvio. Il 1989 fu invece il suo anno nero: perse il Tour nella cronometro finale facendosi sorpassare dall’americano Greg LeMond, vincitore sugli Champs Elisées per soli 8 secondi, il minor distacco nella storia della corsa francese; e ai Mondiali di Chambéry sempre LeMond andò a riprenderlo mentre era in fuga solitaria a pochi chilometri dall’arrivo e gli scippò la maglia iridata. Non si riprese più. Dopo il ritiro diventò un apprezzato commentatore televisivo delle gare ciclistiche.


mercoledì 25 agosto 2010

L’Asta tosta

Ma perché mi dice ciò?

È lui o non è lui? È lui o non è lui? Cerrrto che è lui!

Chi offre qualcosa? Chi offre qualcosa? Come dice? 1.500? Aggiudicato.

Sono tormentoni dell’«Asta tosta» (“oggetti tosti per tutti i gosti”) di "Drive in”, nella quale un giovane Ezio Greggio parodiava le vendite televisive che cominciavano allora a riempire i palinsesti delle televisioni locali. Il personaggio immancabile era sempre l’immaginario pittore Teomondo Scrofalo, con la stessa opera terribilmente kitsch, di volta in volta presentata con titolo diverso. Non mancavano improbabili oggetti riferiti ai personaggi più in voga del momento e a quelli più chiacchierati sui giornali di gossip: Pippo Baudo, Mike Bongiorno, Johnny Dorelli, Alida Chelli. E c’erano anche agganci all’attualità politica, come nel caso della contestazione in Piazza Duomo con lancio di ortaggi al segretario della UIL Benvenuto.


mercoledì 18 agosto 2010

Colore semprevivo

“Colore semprevivo” è lo slogan Philips per il 1980: era il periodo in cui la multinazionale vendeva televisori a iosa – occorre ricordare che la tv a colori in Italia arrivò buona ultima nei paesi industrializzati, intorno al 1977, e dunque il mercato era molto vasto e appetibile. Ecco allora questi due spot in cui un uomo resta ammaliato dai colori di un avveniristico cartellone pubblicitario multimediale: in un caso si appoggia a una panchina e il colore “diventa vivo”, nell’altro rimane incantato in mezzo al traffico milanese e un vigile lo sveglia bruscamente dal sogno ad occhi aperti. Una curiosità: vi sembra di riconoscere la voce del jingle? Sì, è proprio lei, la grande Giuni Russo.

 

lunedì 16 agosto 2010

Il cubo di Rubik ritorna!

Dopo tre mesi di sospensione e riflessioni, ho deciso di riaprire il blog: non sarà un aggiornamento continuo e costante ma un’occasionale presenza legata all’ispirazione del momento, a ricordi che riaffiorano, a sensazioni che risorgono grazie a un film, a un libro, a una musica…

Per l’occasione ho rinnovato anche il template e l’intestazione. Con il tempo si potranno migliorare altre cose, aggiungere le pagine come un indice…

E come rinnovato saluto, ecco un vecchio video dei Dire Straits, “Romeo and Juliet” del 1980… magari un giorno parleremo anche di loro e di questo splendido album, “Making movies”…

 

sabato 15 maggio 2010

Il Cubo di Rubik chiude qui

IL CUBO DI RUBIK chiude qui. Ritengo di non avere più nulla da aggiungere a questa esperienza, e lo si può notare dalla rarefazione nella pubblicazione dei post.

Il blog rimane aperto come testimonianza di quegli anni meravigliosi. Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito e che hanno contribuito alla crescita del "Cubo di Rubik".

Applicherò le rinnovate energie a un nuovo blog: "Viaggiatori immobili", dove sognare sulle mappe, sulle monete, sui francobolli, sulle cartoline, su ogni oggetto che ci porta lontano senza muoverci dalla nostra scrivania.

Au revoir

mercoledì 28 aprile 2010

Top Gun

Tom Cruise deve la sua fama a un film del 1986, “Top Gun”, ambientato nel mondo dei piloti da caccia. Era da poco avvenuto lo scontro nel Golfo della Sirte, quando i jet americani colpirono obiettivi libici. Era insomma un tema all’ordine del giorno.

Il regista Tony Scott sfruttò una sceneggiatura che prendeva spunto da un articolo della rivista California Magazine che parlava dei piloti da guerra. Ne uscirà una storia d’amore e amicizia, con Tom Cruise, Il tenente Pete "Maverick" Mitchell che causerà la morte dell’amico Anthony Edwards (il dottor Mark Greene di E.R.), tenente Nick "Goose" Bradshaw, e si innamorerà dell’astrofisica Kelly McGillis, “Charlie”.

“Top gun” aprì la strada ad altri film di genere, come “Codice d’onore”, e alla serie di telefilm “JAG”, apparsi negli Anni ‘90. E subito vi fu chi provò la strada della parodia, come “Hot shot”.

 

 

IL CAST

  • Tom Cruise  Tenente Pete "Maverick" Mitchell
  • Kelly McGillis Charllie "two step" Backwood
  • Anthony Edwards Tenente Nick "Goose" Bradshaw
  • Val Kilmer Tenente Tom "Iceman" Kazansky
  • Tom Skerritt Colonnello Mike "Viper" Metcalf
  • Meg Ryan Carol Bradshaw, mogli di "Goose"
  • Michael Ironside as Tenente Colonnello. Rick "Jester" Heatherly
  • John Stockwell Tenente Bill "Cougar" Cortell
  • Barry Tubb Tenente Leonard "Wolfman" Wolfe
  • Rick Rossovich as Tenente Ron "Slider" Kerner
  • Tim Robbins Tenente Sam "Merlin" Wells
  • Clarence Gilyard, Jr., Tenente Marcus "Sundown" Williams
  • Whip Hubley Tenente Rick "Hollywood" Neven
  • James Tolkan Colonnello Tom "Stinger" Jordan
  • Adrian Pasdar Tenente Charlie "Chipper" Piper
  • Linda Rae Jurgens Signora Metcalf
  • Ron Clark Ufficiale Comandante l’inchiesta 
  • Brian Sheehan "Sprawl"
  • Duke Stroud "Air Boss Johnson"
  • Randall Brady Tenente Davis

 

 

Il successo del film lanciò tra le canzoni immortali un brano della colonna sonora, cantato dai Berlin: “Take my breath away”

 

Con un ringraziamento a Vania, che ha invocato questo ricordo e ha scattato queste fotografie in tema:

top gun 014.JPG top gun 013.JPG

giovedì 22 aprile 2010

Dan Peterson e il Tè Lipton

“mmmhmmh pe’mmè numero uno!” Dan Peterson, allenatore di pallacanestro a Milano con la Olimpia, sponsorizzata Billy, Simac e Tracer, vincitrice di quattro scudetti, due coppe Italia una Korac e una Coppa dei Campioni, negli Anni ‘80 era uno sportivo popolarissimo. Eccolo nello spot del Tè Lipton:

 

Era in Italia da dieci anni. Adesso, dopo oltre vent’anni di commenti televisivi, parla ancora con lo stesso accento…

venerdì 16 aprile 2010

Gli Anni ‘80 di Raimondo Vianello

Raimondo Vianello, scomparso ieri alla soglia degli 88 anni, nel decennio del cubo di Rubik fu uno degli artefici della svolta che portò al successo la televisione commerciale. Fu nel 1982 infatti che, con la moglie Sandra Mondaini, con Corrado e Mike Bongiorno, arruolato personalmente dal patron di Fininvest, l’imprenditore rampante Silvio Berlusconi, traslocò armi e bagagli da “mamma” Rai per intraprendere questa nuova avventura.

Se in Rai fu protagonista esclusivamente dei grandi varietà serali, da “Un, due, tre” a “Tante scuse”, sui canali del Biscione, forse anche grazie alla maggiore possibilità di sperimentare che la nuova televisione consentiva, Vianello portò il suo umorismo di tipico stile britannico, ironico e mordace, nel mondo del quiz prima, della sit-com poi, e addirittura, negli Anni ‘90, nel paludato mondo del calcio, conducendo “Pressing”.

da “ATTENTI A NOI DUE” (1982)

Ma restiamo negli Anni ‘80: il primo programma fu un varietà sulla Rai, “Stasera niente di nuovo”, cui seguì nel 1982 “Attenti a noi due”, prima esperienza con Canale 5: scenette, balletti, risate irresistibili negli sketch con Sandra. Nacque forse lì l’idea di “Casa Vianello”, una longeva sit-com apparsa nel 1988 e durata fino a che le forze, soprattutto di Sandra, bastarono: gli sketch dei varietà si dilatarono fino a diventare telefilm, sempre con la stessa graffiante forza e con la geniale trovata del finale a letto con Sandra che sbuffa “Che barba che noia che noia che barba” agitandosi tra le lenzuola mentre Raimondo la degna solo di qualche sguardo continuando impassibile a leggere la Gazzetta dello Sport. Ecco, se dovessi disegnare una vignetta per commentare la morte di Raimondo Vianello, rappresenterei quel letto, con Sandra in lacrime e la Gazzetta dello Sport piegata sul cuscino vuoto.

 

Raimondo da solo, raramente affiancato da Sandra, si cimentò anche con il mondo del quiz: era perfetto quel suo stile compassato e ironico, sapeva prendere in giro i concorrenti con un atteggiamento quasi cinico, ma riusciva a metterli a loro agio. Prima fu “Zig Zag” con Simona Mariani e poi “Il gioco dei 9”, passato a Gerry Scotti qualche anno più tardi.

 

PROMO PER “ZIG ZAG”

Un personaggio così non si può che rimpiangere, anche perché nessuno nella moderna televisione sembra in grado di raccogliere la sua eredità.

martedì 13 aprile 2010

Torna il C-64

Torna il Commodore 64! Commodore USA ha infatti ufficializzato per giugno la messa in commercio dell’erede del mitico 64, una tastiera-computer da collegare a un televisore. Fatte le debite proporzioni, comunque un brivido mi è corso lungo la schiena: era nostalgia. Sono andato subito ad ascoltarmi un pezzo degli Spandau Ballet…

 

domenica 11 aprile 2010

“Flash” dei Queen

.


La più brutta canzone dei Queen è “Flash”, uscita nel 1980, colonna sonora dell’altrettanto orrendo film “Flash Gordon”. Ci sono due versioni di “Flash”, una è in pratica l’inizio del film, compresi i dialoghi; l’altra presenta invece solo alcuni stralci di dialoghi da altre parti della pellicola. È quest’ultima che appare nella raccolta “Greatest Hits” del 1981.

“Flash” è un duetto tra Freddy Mercury e May, con Roger Taylor a fare il coro. La caratteristica principale è l’uso del sintetizzatore, che fino ad allora era bandito dagli album del gruppo: segno che il rock degli Anni ‘70 si stava trasformando nel pop di plastica degli Anni ‘80.


sabato 3 aprile 2010

DeeJay Television

Negli anni ‘80 c’era una trasmissione televisiva pomeridiana che accompagnava i doposcuola di liceali e universitari: Deejay Television. Andò in onda prima in seconda serata su Canale 5 e poi al pomeriggio su Italia 1 dal 1983 al 1990, grazie al genio musicale di Claudio Cecchetto, che individuò un target adatto e approfittò della mania per i videoclip che cominciava a dilagare. In pratica portò Radio DeeJay in tivù. Il programma, che trasmetteva video e intervistava i personaggi della musica internazionale, aveva conduttori che avrebbero poi sfondato nel sistema televisivo o dello spettacolo: Gerry Scotti, Jovanotti, Amadeus, Fiorello, Kay Rush, Linus, Albertino, Sandy Marton, Leonardo Pieraccioni.

 

La primissima puntata (notturna)

 

La sigla del 1984 (Taffy, Walking into the daylight)

 

Linus

 

Jovanotti conduttore nel 1987

 

Kay Rush presenta una sezione del programma,  Video Special

venerdì 26 marzo 2010

Gloria di Laura Branigan

Nel 1982 una celebre canzone italiana incisa tre anni prima colpì un produttore dall’altra parte dell’Oceano, che pensò bene di realizzarne una versione internazionale. Il produttore, di origini tedesche, la aveva ascoltata in Germania: la fece tradurre da Trevor Veitch e la propose alla cantante americana Laura Branigan. Sulle prime l’interprete rimase un po’ sulle sue: “Ero un po’ scettica perché era così leggera e suonava così europea. Ma gli abbiamo dato un calcio americano e abbiamo riscritto le parole ed è venuta fuori così”. La canzone era "Gloria", di Umberto Tozzi. E rimase "Gloria" anche in inglese.


Un successo: prima in classifica negli Stati Uniti, in Canada e in Australia, quarta in Irlanda, sesta nel Regno Unito, nona in Sudafrica. Trentasei settimane nella top 100 statunitense, record per un singolo femminile, ventidue settimane nella top 40, candidatura ai Grammy nel 1982. Nel 1983 la canzone fu inserita nella colonna sonora di “Flashdance” e la stessa Laura Branigan, recitando la parte di una cantante, la cantò in due episodi dei telefilm CHiPs e Automan.



lunedì 22 marzo 2010

Nick Kamen

Il ragazzo protagonista di questa pubblicità della Levi’s è un modello britannico, nato nel 1962. Lo spot è del 1985 e il ventitreenne, che si chiama Nick Kamen, colpisce le ragazzine di tutto il mondo. Ne colpisce anche una un po’ più anziana e ormai famosa: Madonna. Lady Ciccone decide di lanciarlo nel mondo della musica, producendogli un primo singolo, scritto da lei stessa. È il 1986 e il brano “Each time you break my heart”, nel quale Madonna canta come voce del coro, arriva primo nella classifica dance americana e quinto nell’hit parade assoluta del Regno Unito. Va alla grande anche in Italia, Germania, Francia e Spagna.

L’anno successivo è la volta del primo album, semplicemente “Nick Kamen”: è più che altro una raccolta di cover. “Loving you is sweeter than ever” di Elton John è scelto come suo secondo singolo. Nick grazie all’immagine di “bello” fa breccia tra le ragazzine. E sforna altri due singoli dall’album: “Come softly to me” e “Nobody else”.

Nel 1988, sempre con Madonna e con il suo produttore Patrick Leonard, pubblica il singolo “Tell me” e l’album “Us”. Alla fine dell’anno esce solo sul mercato italiano, dove evidentemente Nick è molto apprezzato, un nuovo album, “Loving you”, con brani riarrangiati dei due dischi precedenti e l’inedito “Don't hold out”.

Negli Anni ‘90 Nick Kamen pubblicherà altri due album più maturi e una raccolta. Nel 1993 si ritirerà, cercando di sfuggire alla notorietà.

martedì 16 marzo 2010

Il cubo di Rubik ora è sferico

Il cubo di Rubik è sempre amatissimo. Il suo inventore, Erno Rubik, ne ha aggiornato la forma per il nuovo millennio: gli ha tolto gli angoli e ora è una sfera. Si chiama Rubik 360.

Cambia anche lo scopo del gioco, visto che c’è una soluzione unica, che rende più complesso il compito del giocatore: occorre fare arrivare le sei palline, intrappolate nelle tre sfere trasparenti e concentriche, dalla sfera più interna a quella più esterna, attraverso i due unici fori di quella centrale. È nei negozi da agosto, ma non ha avuto successo: noi continueremo a giocare con il nostro amato e unico originale… cubo.

 

 

venerdì 12 marzo 2010

Vestirsi come Madonna

Ragazze degli Anni ‘80, non mi dite che non avete pensato almeno una volta di vestirvi come Madonna dopo aver visto il video di “Like a Virgin o di “Who’s that girl?”. Ecco allora alcuni accessori mito degli Eighties: i braccialetti di gomma, i fiocchetti per i capelli, i guanti di pizzo e la bigiotteria a sfondo religioso (croci, stelle di David…)

sabato 6 marzo 2010

Run to me

“Run to me” uscì nell’aprile del 1986 e vinse il Festivalbar di quell’anno. Il brano, scritto da autori italiani (Graziano Pegoraro, Romano Bais e Ray Foster), fece furore in Italia, dove raggiunse il numero 1 relegando addirittura Madonna al secondo posto.

La ragazza che lo cantava, Tracy Spencer, un’inglesina di ventun’anni, era stata scoperta da Claudio Cecchetto, che negli Anni ‘80 lanciò molti interpreti, molti dei quali svaniti come meteore, altri invece saliti all’orbita delle stelle, come Jovanotti.



Il 26 aprile “Run to me” entrò al 31° posto della classifica, tre settimane dopo era nella top ten, rimanendovi venti settimane. Il 5 luglio spodestò Madonna, per una sola settimana. Ma il fatto rimase epocale.


RUN TO ME

Sittin' here when I'm all alone
I remiss of the time we had together
Broke my heart in a thousand ways
As you knew you could keep my love forever
I've always done the things you've asked of me
But someday baby you will learn
Your foolish pride is out of place
You try to hide behind a face that yearns
Do you really want me?
Do you really love me?
Do you really need my heart tonight?
Do you really want me?
Do you really love me?
Can you really show your love?
Run, run, run to me,
your love is hard to find
Run, run, run to me
Run, run, run to me,
come back and stay this time.
Run, run, run to me,
Run, run, run to me
Run, run, run to me,
Run, run, run to me
Run, run, run to me
In my dreams I can see your eyes
I touch your skin and fantasize about you
Looking out and I'm all alone
Turn, and stare at my telephone, it's ringing
You say you're sorry and you think
That maybe we can work it out this time
Although I love you desperately
There's something here that makes me
change my mind
Do you really want me?
Do you really love me?
Do you really need my heart tonight?
Do you really want me?
Do you really love me?
Can you really show your love?
Run, run, run to me,
your love is hard to find
Run, run, run to me
Run, run, run to me,
come back and stay this time
Run, run, run to me,
your love is hard to find
Run, run, run to me
Run, run, run to me,
come back and stay this time
Run, run, run to me,
your love is hard to find
Run, run, run to me
Run, run, run to me,
come back and stay this time
Run, run, run to me,
Run, run, run to me,
Run, run, run to me,
Run, run, run to me,
Run, run, run to me,
Run, run, run to me,
Run, run, run to me,
Run, run, run to me,
Run, run, run to me,

domenica 28 febbraio 2010

Il floppy da 5” 1/4

 

Il floppy disc da 5” 1/4 fu l’avanguardia per gran parte del decennio, fino alla sua sostituzione con il più pratico e maneggevole dischetto da 3” 1/2.

La sua prima versione apparve nel 1976, ma è negli Anni ‘80 che si sviluppò, fino all’ultima versione del 1986: la capacità dei primi era di 110 KB, nel 1980 divenne di 140 per raggiungere nel 1982 la capacità standard di 720 KB in QD e di 1,2 MB in HD. Non ci starebbe neanche un mp3 o un file jpg, oggi!

Il dischetto, generalmente nero, era flessibile e aveva un largo foro circolare al centro, dove si inseriva l’albero motore. I dati venivano letti dalle testine che toccavano il supporto magnetico attraverso due piccole aperture. Una tacca incisa sul lato destro consentiva di rendere il disco di sola lettura. Per l’operazione vi si incollava un’etichetta autoadesiva, di solito metallica.

Tra la plastica e il supporto c’era un sottile strato di tessuto che riduceva l’attrito e proteggeva, per quanto possibile, dall’ingresso della polvere. Il dischetto doveva essere formattato prima dell’uso con l’MS-DOS, ma venivano venduti esemplari anche già formattati.

Come per tutte le cose, i primi floppies da 5” 1/4 costavano uno sproposito, intorno alle 10.000 lire. Con il passare degli anni e il diffondersi, i loro prezzo calò vistosamente e a 10.000 lire veniva venduto il pacchetto da 10.

domenica 21 febbraio 2010

Tovarisc Gorbaciov

 

1987: l’Unione Sovietica si è avviata verso il cambiamento dopo gli anni bui di Breznev, Andropove Cernenko. Ora il presidente sovietico è Mikhail Gorbaciov, che ha avviato la perestrojka, l’apertura all’Occidente per porre fine a quarant’anni di Guerra Fredda.

The Midnight’s Moskow, un gruppo italianissimo, lancia questo pezzo dance, scritto da Maurizio Tirelli e Sapo: in un maccheronico anglo-russo analizza la storia sovietica e con dei sonori “Da” e “Niet” approva o disapprova i personaggi: si va da Stalin a Lenin, da Anna Karenina a Boris Pasternak, dallo Zar a Dostoevskij. L’accenno alla famosa “Back in the USSR” dei Beatles chiude la canzone.

Sul Lato B il celeberrimo “Tema di Lara” tratto dal “Dottor Zivago”, ma armonizzato con i cori russi in chiave blues!

 

 

TOVARISC GORBACIOV

Spasiba provdna gde na mona mnotta Tovarisc Gorbaciov.
Ghivi spriednie zvoroninu dziov Giovanni Tiraboschi mieretno tsara purnova djugovnies na popcrova diestina proponia nov:
Stalin – niet
Siberia – niet
Kalashnikov – niet
Afghanistan – niet
Lenin – da
Breznev – daa
Kostishensko – daaaa
Stravinski - daaaaaaaaaaaaa
Tovarisc Gorbaciov, Tovarisc Gorbaciov dasvidania ai no aim gonna druski to de dania
Ahahahahah Tovarisc Gorbaciov.
Do ze fank it ap
Do ze fank it ap
Do ze fank it ap
Sputnik no vodka no prodkna na nan balalaika disi na protna na ci langhila botna na no kurietna Ana Karenina Potiomkin du du pratni nan broski da dobroski pritniet jot:
KGB – niet
Zar – niet
Rasputin – niet
Molotov – niet
Dostoevskij – da
Nureyev – daa
Gagarin – daaaa
Pasternak Boris - daaaaaaaaaaaaa
Tovarisc Gorbaciov, Tovarisc Gorbaciov dasvidania ai no aim gonna druski to de dania
Ahahahahah Tovarisc Gorbaciov.
Tovarisc Gorbaciov, Tovarisc Gorbaciov dasvidania ai no aim gonna druski to de dania
Ahahahahah Tovarisc Gorbaciov.
Welcome to the USSR, welcome wherever you are
Welcome to the USSR, welcome wherever you are
Welcome to the USSR, welcome wherever you are

martedì 16 febbraio 2010

Gente comune

“Gente comune” (Ordinary people) è un film drammatico americano del 1980, vincitore di quattro Oscar, tra i quali quello ambitissimo come miglior film. Vinsero un Oscar il regista, un nome notissimo di Hollywood, Robert Redford, qui alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa, l’attore non protagonista, un giovanissimo Timothy Hutton, e lo sceneggiatore Alvin Sargent.

La storia, sceneggiata su un romanzo di Judith Guest del 1976, racconta la disgregazione di una famiglia della classe agiata a Lake Forest, in Illinois: Conrad, il figlio sedicenne dei Jarrett sopravvive a un tentativo di suicidio ed è emarginato dai genitori e dagli amici. Decide allora di consultare uno psichiatra, al quale racconta di come sia morto Buck, suo fratello maggiore, con il quale era in barca a vela durante l’incidente.

Non trova comprensione nella madre, distante e preoccupata solo delle apparenze, la quale nega il suo risentimento per il fatto che a salvarsi sia stato Conrad e non il prediletto Buck. Il padre, dal canto suo, non sa come parlare con Conrad né come esprimergli i propri sentimenti. Riuscirà però a salvare il ragazzo con il suo amore e a stabilire il contatto con lui a costo di una scelta dolorosa tra la moglie e il figlio.

Quella “gente comune” obbligata a fare i conti con le verità delle proprie vite interiori colpì molto la sensibilità americana, dove il film ebbe un successo enorme.

IL CAST

  • Donald Sutherland: Calvin Jarrett
  • Mary Tyler Moore: Beth Jarrett
  • Timothy Hutton: Conrad Jarrett
  • Judd Hirsch: Dr. Tyrone C. Berger
  • Elizabeth McGovern: Jeannine Pratt
  • M. Emmet Walsh: Coach Salan
  • Dinah Manoff: Karen Aldrich
  • Fredric Lehne: Lazenby
  • James B. Sikking: Ray Hanley
  • Scott Doebler: Jordan "Buck" Jarrett (in flashback)
  • Adam Baldwin: Stillman.

 

IL TRAILER ORIGINALE

mercoledì 10 febbraio 2010

L’amore delle persone comuni

UN GUEST POST di BUBA





Paul Young, cantante britannico di musica pop rock e soul, conquistò nel 1983 le classifiche della Hit Parade con il singolo “Love of the common people”, che divenne uno dei brani più ballati in discoteca. Stregata da quei capelli a spazzola e da quel sorriso da bravo ragazzo, corsi in edicola ad acquistare uno di quei settimanali per ragazzine in voga in quel periodo, contenente il poster; lo staccai con cura senza rovinarlo, appendendolo poi in bella mostra nella mia cameretta.

Invidiai mio fratello e i ragazzi più grandi di me, perché avrebbero potuto ballare il brano in discoteca, mentre io - ancora troppo giovane - dovetti accontentarmi di scimmiottare le coriste ancheggiando nel salotto di casa.

Paul (allora ventisettenne) si sforzava di dare un messaggio ben preciso ai giovani: vivere nell’amore delle persone comuni, più precisamente dei famigliari. Nella sua canzone viene messa in risalto sia la figura del capofamiglia, (dispensatore di sorrisi e di buone parole e orgoglioso dei suoi figli), sia quella della madre (che ama incondizionatamente e che consola).

Le lacrime della sorellina che piange perché non ha un vestito nuovo, la passeggiata a vuoto fino alla città per trovare un lavoro, il tetto da riparare, sono problemi ai quali si contrappone il calore della casa in cui si vive: “… essere l’orgoglio nel cuore di un uomo di famiglia (Il papà ti comprerà un sogno a cui aggrapparti/la mamma ti amerà quanto può, come può…)”.

A me invece – tredicenne - la presenza della famiglia iniziava a starmi stretta come un paio di scarpe dal numero più piccolo: avevo una voglia pazza di libertà .

Mi venne regalata mesi dopo una sua raccolta di brani in musicassetta: la ascoltai così tante volte che il nastro si stracciò. Poi la mia vita da adolescente fece il suo corso, l’anno successivo rimossi il poster dalla cameretta e nel farlo stracciai anche un pezzetto della carta da parati.

Nonostante siano trascorsi circa 27 anni dall’uscita del 45 giri, ritengo che il messaggio di Paul contenuto in questa canzone sia ancora molto attuale. Vista la situazione economico-sociale che stiamo vivendo in questi ultimi tempi, sarebbe utile che molti giovani riuscissero a vedere il proprio nucleo famigliare come un importante punto di riferimento e non come una palla al piede.

Ho rivisto Paul circa un anno fa su Rai Uno a “I migliori anni” con Carlo Conti.

Avevo paura che fosse diventato calvo : lo so che è ridicolo, ma era importante per me che avesse ancora tutti i capelli…


LOVE OF THE COMMON PEOPLE

Living on free food tickets
Water in the milk from the hole in the roof
Where the rain came through
What can you do? hmm hmm
Tears from little sister
Crying 'cause she doesn't have a dress
Without a patch for the party to go
Oh but you know, she'll get by
Chorus:
She is living in the love of the common people
Smiles from the heart of a family man
Daddy's gonna buy her a dream to cling to
Mamma's gonna love her just as much as she can, as she can
It's a good thing you don't have bus fare
It would fall through the hole in your pocket
And you'd lose it in the snow on the ground
A walkin' to town to find a job
Trying to keep your hands warm
But the hole in your shoe let the snow come through
And the chills to the bone
Oh,you better go home where it's warm
Where you can live in the love of the common people
Smiles from the heart of a family man
Daddy's gonna buy you a dream to cling to
Mamma's gonna love you just as much as she can,as she can
Living on dreams ain't easy
But the closer the knit,the tighter the fit
And the chills stay away
You take them in stride, family pride
You know that faith is your foundation
And with whole lotta love and a warm conversation
And plenty of prayer
Making you strong, where you belong
Where you can live in the love of the common people
Be the pride in the heart of a family man
Daddy's gonna buy you a dream to cling to
Mamma's gonna love her just as much as she can, as she can


L’AMORE DELLE PERSONE COMUNI

Vivendo di buoni-pasto
Acqua nel latte dal buco nel soffitto
Da cui entra la pioggia
Che cosa puoi fare? Hmm hmm
lacrime della sorellina
che piange perché non ha un vestito nuovo
senza una toppa per andare alla festa
Oh, ma sai che le passerà
Vive nell’amore delle persone comuni
Sorrisi dal cuore di un uomo di casa
Il papà le comprerà un sogno a cui aggrapparsi
La mamma la amerà quanto può, come può
E’ bene che tu non abbia il biglietto per l’autobus
Cadrebbe dal buco nella tua tasca
E lo perderesti nella neve per terra
Una passeggiata fino alla città per trovare un lavoro
Provando a riscaldarti le mani
Ma il buco nelle tue scarpe lascia entrare la neve
E i brividi fino alle ossa
Oh, faresti meglio a andare a casa dove fa calduccio
Dove puoi vivere nell’amore delle persone comuni
Sorrisi dal cuore di un uomo di casa
Il papà ti comprerà un sogno a cui aggrapparti
La mamma ti amerà quanto può, come può
Non è facile vivere di sogni
Ma maggiori sono le difficoltà, migliore è il risultato*
e i brividi stanno lontani
adattandoti, orgoglio della famiglia
sai che la fede è la tua base
e con un bel po’ di amore, e di chiacchiere affettuose
e tante preghiere
che ti rendono forte, dove tu appartieni
Dove puoi vivere nell’amore delle persone comuni
Essere l’orgoglio nel cuore di un uomo di famiglia
Il papà le comprerà un sogno a cui aggrapparsi
La mamma la amerà quanto può, come può


L'AUTRICE DEL GUEST POST:

BUBA ha un bel blog di poesia: LA BOTTEGA DELLE EMOZIONI

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