lunedì 17 agosto 2009

L’attimo fuggente

Il successo inatteso del 1989 nelle sale cinematografiche è un bel film di formazione del regista australiano Peter Weir, "L'attimo fuggente" (Dead Poets Society).  Il mattatore dell'opera è un grande Robin Williams: reduce dalla prestazione straordinaria in "Good Morning Vietnam", riesce a confermare le sue doti di talentuoso attore comico capace di assurgere a toni drammatici. Qui è John Keating, professore anticonformista e libertario che si trova a dover insegnare in un collegio puritano e tradizionalista dell'America sul finire degli Anni Cinquanta, l'accademia maschile Welton. La filosofia di vita di Keating è incarnata dal motto oraziano "Carpe diem", cogli l'attimo. Così cerca di insegnare ai ragazzi cosa sia la vita, cosa sia la poesia, e a gustare i giorni fino al midollo sulle tracce di Thoreau, Emerson e Whitman.

Per i critici il film era "una deportazione della coscienza riflessiva del cinema", e il personaggio di Robin Williams facile e semplicistico, con il suo richiamo demagogico all'affermazione del sé. Il pubblico non fu d'accordo: "L'attimo fuggente" entrò tra i primi dieci del box office per il 1989.

 

1 commento:

Pro-Abruzzo ha detto...

chi è che nn amato questo film o urlato almeno una volta "oh capitano mio capitanooo"??

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