sabato 4 ottobre 2008

Blade Runner

«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.»

È ormai storica questa frase tratta dal finale di “Blade runner”, film americano di fantascienza del 1982, girato da Ridley Scott su un soggetto di Philip K. Dick. "Blade Runner" è divenuto un cult grazie all'atmosfera ben disegnata dalla fotografia di Jordan Cronenweth, all'interpretazione di grandi attori come Harrison Ford e Rutger Hauer e alla magnifica colonna sonora di Vangelis: un mix che ne ha decretato l'immortale successo.

La trama, liberamente ispirata al romanzo breve di Philip K. Dick "Ma gli androidi sognano pecore umane?": un poliziotto, Deckard, deve ritrovare a Los Angeles quattro androidi fuggiti dalle colonie extramondo; ma, nell'impresa, si innamora di Rachel, una replicante. Quando scova l'ultimo androide, Roy Batty, che si è macchiato di vari omicidi durante la fuga, rimane aggrappato a una trave nel vuoto in balia del replicante. Questi lo salva e dopo il famoso monologo, muore. Deckard corre a casa per portare in salvo Rachel.

Tutto il film vive di quell'opprimente atmosfera di una Los Angeles futura (la vicenda si svolge nel 2019) piovosa e oscura, inquinata e sovraffollata, priva di altre forme di vita oltre gli umani e i replicanti, dominata da un colore blu e da una luce notturna. Dopo "Blade runner" la fantascienza non è stata più la stessa...


IL CELEBRE MONOLOGO DI ROY BATTY





LA MUSICA DI VANGELIS


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