mercoledì 17 settembre 2008

The final cut

Nel 1983 uscì il dodicesimo album dei Pink Floyd. Il gruppo britannico, dopo l'enorme successo dell'album precedente "The wall" del 1979, stupì con un concept, un disco a tema, tutto incentrato sulla figura del padre di Roger Waters, caduto ad Anzio durante la seconda guerra mondiale, e sulla guerra delle Falkland, avvenuta l'anno prima.

Lo stesso Roger Waters è compositore e voce solista dei dodici brani, che veleggiano sul genere della ballata e sono talora intimisti, alcuni dei quali tra l'altro registrati durante le sessions del fortunatissimo "The Wall".

All'epoca il CD non era ancora diffuso, si ascoltava il vinile o la cassetta: cambiando lato si aveva la sorpresa di una fragorosa esplosione, quella che apre "Get your filthy hands off my desert": l'effetto era amplificato dalla tecnica di registrazione, in quanto i Pink Floyd, sempre attenti alle innovazioni tecnologiche, si erano avvalsi dell'olofono, un microfono particolare in grado di riprodurre le sonorità allo stesso modo in cui sono udite dall'orecchio umano.

L'album, il primo senza il tastierista Rick Wright, fondatore del gruppo, vendette solo (!) tre milioni di copie e si piazzò comunque al numero 1 nelle classifiche inglesi, conquistando due dischi di platino. Fu l'unico disco dei Pink Floyd non seguito da un tour: ognuno dei componenti del gruppo se ne andò per la sua strada a coltivare la propria carriera solista.




THE FINAL CUT



1 commento:

Anonimo ha detto...

Senza la sua tastiera non ci potranno essere più i Pink Floyd.
Anch'io l'ho ricordato nel blog di un amico.
Allego il link collegato sul mio nome se vorrai lasciargli un ricordo anche lì.
Ciao Rick.

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