venerdì 29 agosto 2008

L'esplosione dello shuttle


Nel cielo di Cape Canaveral il 28 gennaio 1986 a 14 km di altezza si accese una nuvola bianca: era lo shuttle "Challenger", esploso settantatre secondi dopo il lancio per la fuoruscita di combustile dovuta alla rottura di un manicotto di gomma indurito dal gelo.
La navetta era al suo decimo volo, il programma spaziale americano iniziava il suo quinto anno quando alle 11.38 di quel giorno d'inverno l'incidente disintegrò le vite dei sette astronauti, tra i quali la maestra Christa Sharon McAuliffe, che avrebbe dovuto tenere una lezione dallo spazio, e che divenne la prima vittima civile dei viaggi spaziali. A bordo vi era anche l'esperto pilota Francis R. Scobee, veterano degli shuttle.


L'equipaggio del "Challenger"


Per gli Stati Uniti furono giorni simili a quelli seguenti gli assassini di John Fitzgerald Kennedy e di Martin Luther King: Ronald Reagan proclamò il lutto nazionale per cinque giorni, mentre la NASA avviava un'inchiesta affidata all'eroina dei voli spaziali Sally Ride. Il leader sovietico Gorbaciov esprimeva al presidente americano tutto il suo rincrescimento con una telefonata, mentre la Polonia comunista parlava di "basso livello della tecnologia statunitense".

L'intero programma spaziale venne sospeso per una lunga serie di verifiche:il lancio successivo sarebbe avvenuto solo venti mesi dopo, a fine settembre 1988, con la navetta "Discovery".


Il cippo commemorativo nel cimitero di Arlington

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